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domenica 10 giugno 2018
Il significato e la simbologia del Gelsomino
Jasminum è un genere di piante, in cui sono incluse varie specie di Gelsomino, appartenente alla famiglia delle Oleaceae. Le specie in tutto, sono circa 200 e possono raggiungere un'altezza di 6 metri. Generalmente sono rampicanti e vengono utilizzate come piante ornamentali. Normalmente i fiori sono piccoli e di colore bianco e giallo anche se ne esistono di screziati color rosa. La parola Gelsomino deriva dal persiano yasamin con la sovrapposizione della parola gelso. Al Gelsomino venivano riconosciute anche diverse proprietà officinali (anche se poi queste sono state smentite dalla moderna farmacopea) oltre che ad essere usati per ornare pergolati, recinzioni e giardini.
giovedì 7 settembre 2017
venerdì 2 settembre 2016
Scaloppine alla pizzaiola
Mettere in una padella due cucchiai di olio extra vergine di oliva, disporre delle fettine di manzo piuttosto sottili, aglio, un rametto di rosmarino, pinoli, uva passa, capperi, un cucchiaio di passata di pomodoro (giusto che tinga l'olio) e una cosparsa leggera di origano; cuocere pochi minuti, rimestare di tanto in tanto, avendo cura che il tutto non si attacchi al fondo.
venerdì 12 agosto 2016
SALSICCIA SICILIANA E PASQUALORA CUNZATA GIA' ALL'EPOCA DEI ROMANI
Ci sono sapori ed odori che fanno subito casa ovunque ti trovi.
Per noi siciliani uno di questi cibi è la salsiccia che, per molti “nordici” (invece) è il classico wurstel.
Ma stendiamo un velo pietoso e raccontiamoci tra di noi come sia nata la salsiccia e come molte famiglie nostrane ancora la producano in casa.
Per noi siciliani uno di questi cibi è la salsiccia che, per molti “nordici” (invece) è il classico wurstel.
Ma stendiamo un velo pietoso e raccontiamoci tra di noi come sia nata la salsiccia e come molte famiglie nostrane ancora la producano in casa.
Solitamente la ricetta classica prevede di aggiungere
ad 1 KG di carne tritata (la grana del macinato deve essere grossa o a
punta di coltello) mista di maiale e di bovino, del sale (30 grammi),
semi di finocchio (50 grammi), pepe (a piacere) e di mescolare il tutto.
Poi si prende uno strumento che somiglia molto ad una grossa siringa e la poltiglia viene inserita all'interno del budello di capretto. Il tutto si lascia riposare per qualche ora e poi si può cucinare in padella con vino o arrostita sulla brace o fritta nel ragù. Insomma le possibilità per noi, buongustai per diritto di nascita, sono infinite.
Poi si prende uno strumento che somiglia molto ad una grossa siringa e la poltiglia viene inserita all'interno del budello di capretto. Il tutto si lascia riposare per qualche ora e poi si può cucinare in padella con vino o arrostita sulla brace o fritta nel ragù. Insomma le possibilità per noi, buongustai per diritto di nascita, sono infinite.
Ma come è nata la salsiccia?
Ovviamente la salsiccia nasce dalla necessità di non buttare nulla e di riciclare gli scarti della carne.
Infatti le parti più usate del maiale sono la carne di muscolo e la pancetta. Vi è anche del grasso che dona al piatto la sua tipica consistenza.
Infatti le parti più usate del maiale sono la carne di muscolo e la pancetta. Vi è anche del grasso che dona al piatto la sua tipica consistenza.
Salsiccia pasqualora
Visto che ci siamo, non possiamo esimerci dal parlare della famosa
salsiccia pasqualora: insaccato di maiale tipico siciliano inserito
nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T)
del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf).
Il nome salsiccia pasqualora deriva dall'usanza del nostro popolo di
utilizzare alcuni tagli della carne di maiale proprio nel periodo della
settimana santa della pasqua.
Pare sia originaria dei comuni di Trapani, Erice, Valderice, Paceco,
Calatafimi, Alcamo, Castellammare del Golfo, Buseto Palizzolo, San Vito
Lo Capo. Ma la si prepara e si mangia un po' in tutta la Sicilia.
Soprattutto nelle zone montane.
Pensate un po'. Lo stesso Virgilio nelle sue Georgiche ebbe a citare la
salsiccia pasqualora: “un tipo di carne tagliata in punta di coltello e
macinata con piatto a fori larghi alla quale veniva aggiunto sale, pepe
nero, peperoncino, vino bianco e semi di finocchio selvatico. Oltre che
cotta alla brace viene consumata cruda come fosse un salamino. Presenta
una forma ad U allungata”.
Evidentemente i nostri avi già “c'è la sapevano a cucinare”. E questo colpi il famoso poeta romano.
[Da Siciliafan]
[Da Siciliafan]
mercoledì 29 giugno 2016
giovedì 12 novembre 2015
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